L’AUMENTO DELL’IMU A BOLOGNA a cura di Avv. Enrico Rizzo Presidente ASPPI Bologna

Pubblicata il: 27 Maggio 2025

ASPPI è preoccupata dell’aumento dell’IMU nella nostra città che colpisce in modo netto le seconde case e tutti gli altri immobili. L’aumento non è dovuto solo all’incremento dell’imposta, ma anche all’adeguamento delle rendite catastali in tutti i casi in cui era obbligatorio aggiornare i dati catastali per l’esecuzione di una ristrutturazione, la costruzione del secondo bagno, il Superbonus ecc. Escluse le categorie A3, quelle di tipo economico, e le A4 che tendono a scomparire, l’aumento delle imposte per i proprietari sarà pesante.

Non si comprende poi perché sia stata rimossa  dal Governo nazionale l’aliquota agevolata IMU per le seconde case locate a non residenti.

E’ chiaro che il Comune di Bologna ha fatto la scelta politica di premiare i proprietari che affittano appartamenti a canone concordato, piuttosto che a quelli che affittano a canone libero o che usano l’appartamento per affitti turistici.

Insomma prima la carota del superbonus e degli sgravi fiscali, ora il bastone dell’ aumento dell’IMU con gli aumenti delle rendite.

Bologna è cambiata molto, è sempre più attrattiva, il lavoro non manca, siamo di fatto alla piena occupazione, l‘Università rimane un forte centro di attrazione per gli studenti fuori sede, le proposte culturali e gastronomiche hanno incentivato un forte aumento del turismo che non  tende a diminuire.

Il rischio di questi aumenti dell’IMU però è che possano provocare il risultato opposto a quello cercato dal Comune, invece di un aumento dei contratti a canone concordato, un aumento dei contratti a canone libero o per turismo, con un centro storico oramai trasformato in un grande lunapark enogastronomico.

Ma non finisce qui, c’è il grande problema dei locali commerciali, dei capannoni e dei laboratori sempre più sfitti e anche invendibili. Se si escludono infatti i negozi del centro storico più prossimi a Piazza Maggiore e del quadrilatero aumentano i locali commerciali vuoti che non si affittano o non si vendono  e che, generalmente, hanno una rendita catastale assolutamente fuori mercato per eccesso.

I Governi nazionali e locali dopo aver incentivato gli acquisti immobiliari, anche a fini di investimento, hanno virato a favore per di investimenti finanziari come una volta con i mutui, sempre a favore degli Istituti di credito.

Ora poi con l’aumento delle spese militari il rischi che i proprietari immobiliari  diventino  “una mucca da mungere” risulta sempre più attuale.

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