La storia della cucina (Antonella Merletto, Storica dell’Archittetura)

Pubblicata il: 14 Giugno 2024

Antonella Merletto (Storica dell’Archittetura)

L’ambiente cucina, nel corso dei secoli, non è stato soltanto un luogo dedicato alla preparazione dei pasti, ma un vero e proprio epicentro della vita domestica, riflettendo cambiamenti sociali, tecnologici ed economici. Originariamente, nei tempi antichi, il fuoco che ardeva al centro delle abitazioni non solo serviva per cucinare, ma anche per riscaldare l’ambiente e per riunire la famiglia, diventando un luogo di socializzazione e condivisione. 

Nell’antica Roma, l’ambiente cucina era un luogo fondamentale nella vita quotidiana, riflettendo le abitudini sociali, economiche e culturali dell’epoca. Le cucine romane variavano significativamente a seconda dello status sociale e della ricchezza di una famiglia. Nelle case dei più abbienti, le cucine erano spesso grandi spazi ben attrezzati, mentre nelle abitazioni più modeste potevano essere semplici angoli con un focolare. Le cucine delle case più ricche erano dotate di un “focus”, un focolare aperto dove veniva mantenuto acceso il fuoco. Qui si cuoceva principalmente in grandi pentole e padelle, spesso appese sopra le braci. Gli utensili utilizzati erano principalmente di bronzo o di ferro, e includevano mestoli, coltelli e graticole. Una caratteristica interessante era il “testum” o “clibanus”, una sorta di forno in terracotta usato per cuocere pane e dolci.

Con l’avvento del Medioevo, la cucina comincia a evolversi e si sviluppano nuove tecnologie come il caminetto chiuso, che migliora l’efficacia della cottura e la sicurezza degli ambienti domestici. Durante il Rinascimento, l’ambiente della cucina subì significative trasformazioni rispetto al Medioevo, riflettendo i cambiamenti culturali e sociali dell’epoca. In questo periodo, l’Italia vide un rinnovato interesse per l’arte, la scienza e la gastronomia, che si rifletteva anche nell’organizzazione e nell’estetica delle cucine nei palazzi e nelle case delle famiglie benestanti. Le cucine rinascimentali erano spesso ampie e ben attrezzate, progettate per preparare pasti elaborati che soddisfacessero non solo il palato, ma anche l’occhio, seguendo la crescente importanza dell’estetica e della presentazione nel cibo. Queste cucine avevano grandi camini e forni in muratura, utilizzati per cuocere grandi quantità di cibo. Gli utensili divennero più vari e sofisticati, includendo pentole di rame e ferro battuto, padelle, graticole e utensili specializzati come schiacciapatate e stampi per dolci.

Inoltre, con l’espansione degli scambi commerciali e la scoperta di nuovi continenti, arrivarono in Europa ingredienti fino ad allora sconosciuti che arricchirono ulteriormente la dieta e la cucina del Rinascimento. Spezie esotiche, nuove varietà di frutta e verdura come i pomodori e le patate rivoluzionarono il modo di cucinare e di concepire i piatti. La cucina nel Rinascimento non era solo un luogo per la preparazione dei pasti, ma diventava un centro di creatività e sperimentazione, per creare esperienze culinarie che deliziavano e stupivano gli ospiti, riflettendo l’estetica e i valori di un’epoca fervente di cambiamenti e rinnovamenti. 

Entrando nell’era moderna, a partire dalla rivoluzione industriale, la cucina subisce trasformazioni radicali grazie all’introduzione dell’elettricità e del gas. Questi cambiamenti portano alla creazione di elettrodomestici come il frigorifero e il forno elettrico, che rivoluzionano il modo di conservare e preparare il cibo. Oggi, la cucina è spesso il cuore della casa, dotata di tecnologie avanzate e design pensati non solo per la funzionalità ma anche per favorire il benessere e l’estetica. La sua evoluzione continua a riflettere le priorità e gli stili di vita delle società contemporanee, rimanendo uno spazio centrale nell’esperienza domestica. Un aspetto interessante è l’innovazione nei materiali e le tecnologie utilizzate. Oggi, troviamo elettrodomestici che offrono funzionalità avanzate come forni a convezione, frigoriferi smart che possono suggerire ricette in base ai contenuti, o piani cottura ad induzione che migliorano l’efficienza energetica. Questi strumenti non solo facilitano il processo di cottura ma contribuiscono anche alla sostenibilità ambientale. E non dimentichiamo l’impatto culturale della cucina: ogni cultura ha le proprie tecniche, utensili e rituali che si riflettono nell’arredo e nell’organizzazione dello spazio cucina. Ad esempio, in Giappone, il minimalismo e l’ordine predominano, riflettendo la precisione e la cura tipiche della cultura giapponese, mentre le cucine italiane spesso si aprono sulle aree di convivialità, riflettendo l’importanza del cibo come elemento di aggregazione sociale. La cucina, quindi, non è solo un luogo di preparazione del cibo, ma un vero e proprio specchio delle tradizioni e dei valori di una società.

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