di Simona Guasti – Architetto - Consulente Asppi in via Emilia Levante
Pubblicata il: 21 Gennaio 2020
Per barriere architettoniche si intende un insieme di circostanze che costituiscano ostacolo fisico rendendo più o meno disabili persone che hanno difficoltà di movimento, in modo temporaneo o definitivo, creando loro di conseguenza ulteriori disagi, sia fisici sia psicologici.
La normativa di riferimento è costituita dal D.M. 236/89, attuativo della Legge 13/89, la quale ha lo scopo di favorire gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati, per questo la legge concede contributi a fondo perduto per interventi atti al superamento delle barriere architettoniche su immobili privati già esistenti ove risiedano portatori di menomazioni o limitazioni funzionali permanenti (di carattere motorio e dei non vedenti).
Le domande di contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche sono da presentare presso il proprio comune di residenza e possono riguardare diversi tipi di interventi tra cui le opere da eseguirsi all’interno delle abitazioni per l’adeguamento degli spazi domestici (abbattimento barriere nel percorso di accesso tra piano strada e ingresso alloggio, adattamento dei bagni, della cucina, dei percorsi interni (corridoi, porte, ecc.) e, più in generale, tutti i lavori edili e impiantistici (automazioni e domotica) necessari per rendere più accessibile e sicuro il proprio alloggio; si verrà in questo modo ammessi a due distinte graduatorie:
– la prima di carattere nazionale (alimentata unicamente da eventuali fondi nazionali) che segue le regole già in atto dal 1989
– la seconda di carattere regionale (alimentata unicamente da eventuali fondi regionali) in cui, oltre alla distinzione tra invalidità totali e parziali, prevista dalla legge 13 del 1989, la formulazione della graduatoria sarà determinata dall’ISEE del nucleo famigliare del richiedente e non più dalla sola data di presentazione della domanda.
È possibile usufruire dei contributi previsti dalla L.13/89 anche nel caso in cui si usufruisca contemporaneamente degli sgravi fiscali previsti dal bonus ristrutturazione che la legge di bilancio 2020 ha rinnovato, dando la possibilità di beneficiare della detrazione IRPEF del 50% su spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 euro per opere di ristrutturazione edilizia su ogni singola unità immobiliare.
Abitualmente siamo portati ad identificare una barriera architettonica con un evidente e palese ostacolo fisico che impedisca completamente il passaggio, ad esempio di una persona su sedia a ruote, come un marciapiede, una scala o un gradino molto pronunciato, in realtà gli elementi e le situazioni che possono generare una barriera sono molte, ci si riferisce infatti tra gli altri anche alla semplicità dei percorsi all’interno dell’abitazione per poter raggiungere un ambiente ed alla fruibilità dell’ambiente stesso in tutte le sue parti, il progetto di adattabilità domestica è complesso e prende in considerazione molteplici aspetti e discipline, la sua importanza è stata riconosciuta dagli enti locali già dal 2005, quando sono stati istituiti i CAAD (Centri provinciali per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico) che forniscono servizi di consulenza specifica ai cittadini tramite equipe multidisciplinari (personale tecnico e socio sanitario).